Convegno Cupla, Coordinamento Unitario Pensionati Lavoro Autonomo
Anziano e non autosufficiente. Una condizione sempre più diffusa, anche nelle Marche. Per i malati e per le famiglie che si trovano a gestirli, cambiano i progetti di vita. Una legge per la riforma dell’assistenza agli anziani non autosufficienti è stata approvata lo scorso anno. Un gruppo di lavoro per programmazione del sistema regionale di interventi per la non autosufficienza, è stato istituito dalla Regione Marche nei giorni scorsi. “La riforma dell’assistenza agli anziani non autosufficienti. A che punto siamo?”. Se ne è parlato as Ancona in un convegno organizzato dal Cupla Marche (Coordinamento unitario pensionati lavoro autonomo) che associa 140 mila pensionati di Cna, Confartigianato, Casartigiani, Coldiretti, Cia, Confagricoltura, Confcommercio e Confesercenti).
Dopo la relazione del coordinatore Cupla Marche Giancarlo Sperindio, sono intervenuti Nicola Baiocchi Presidente IV Commissione Consiliare Marche Sanità e Politiche sociali, Franco Pesaresi in rappresentanza del “Patto per un nuovo welfare sulla non autosufficienza, e Sara Santini di Irccs Inrca Centro ricerche economico sociali per l’invecchiamento. Per Anap Confartigianato Marche è intervenuto il Vicepresidente Regionale NIcola D'Ercole. Ha concluso i lavori Alessandro Del Carlo, coordinatore nazionale Cupla.
Nelle Marche ci sono 388.515 over 65 di cui 75 mila non autosufficienti. Oltre 50 mila non sono autonomi nemmeno rispetto alle attività quotidiane più elementari come mangiare, vestirsi, lavarsi. Il sistema pubblico delle cure domiciliari assiste poco più di 10 mila anziani in ADI mentre circa 3.400 sono gli anziani che usufruiscono dell’assistenza domiciliare socioassistenziale dei Comuni. Nelle strutture residenziali sono ricoverati 9.700 anziani non autosufficienti, dei quali quasi 5 mila nelle residenze protette. Insomma, il sistema pubblico copre poco più di un terzo dell’utenza. Gli altri sono a carico delle famiglie e delle badanti (nelle Marche ne sono stimate 42 mila di cui meno di 15 mila con regolare contratto di lavoro).