Ma la difficoltà di reperimento sale al 47,6%, +4,3 punti in un anno
Nella fase di ripresa del mercato del lavoro, al secondo trimestre 2023 l’occupazione non agricola, in media annuale, segna una crescita dell’1,8%, facendo meglio del +1,4% della media Ue a 27. In chiave settoriale la crescita è diffusa, con un aumento del +1,8% in manifattura e servizi e del +2,0% nelle costruzioni, mentre cala (-3,2%) l’agricoltura. Si evidenzia un ampio recupero dei livelli dell’occupazione pre pandemia anche se persiste il forte ritardo del lavoro indipendente che registra un livello inferiore del 4,9% a quello del 2019.
Le tendenze del mercato del lavoro, con un focus sulla Marche, sono contenute nel rapporto ‘Trend del lavoro nell’era delle transizioni’ predisposto dagli Uffici Studi di Confartigianato e di Confartigianato Marche e presentato lunedì scorso nel convegno “Il futuro del lavoro, imprese, competenze, valori” organizzato da Confartigianato Marche. Nelle conclusioni dei lavori il Segretario generale di Confartigianato Imprese Vincenzo Mamoli, ha sottolineato il ruolo chiave nel Paese svolto dalle piccole imprese nella fase delle transizioni – demografica, digitale e green – e caratterizzato dal contributo di imprenditorialità, competenze e valori.
Qui il servizio del TGRMarche sul convegno
Nonostante il rallentamento del ciclo economico e la stretta monetaria in corso, nella prospettiva autunnale tiene la domanda di lavoro delle imprese, con un aumento tendenziale dello 1,9% delle previsioni di assunzioni nel trimestre settembre-novembre 2023. La crescita delle assunzioni previste in autunno è trainata dalle micro e piccole imprese fino a 49 dipendenti: a fronte del 48,9% dei dipendenti in forza, le MPI determinano il 60,5% entrate di lavoratori previste nel trimestre autunnale.
Fattore critico è rappresentato dalla difficoltà di reperimento del personale che a settembre 2023 si attesta al 47,6% Italia, in salita di 4,3 punti rispetto al 43,3% di un anno prima. Le Marche sono la terza regione italiana per gravità del fenomeno, dietro a Friuli Venezia Giulia e Umbria. In forte crescita le imprese che registrano ricadute negative sull’attività a causa della scarsità di manodopera.
Le sfide delle transizioni Demografica, Digitale, Ambientale – Pesa la crisi demografica: tra 2019 e 2023 la popolazione dei giovani tra 15 e 34 anni scende del 2,5%. E’ esposto oltre la media all’impatto dell’intelligenza artificiale il 25,4% delle entrate di lavoratori. Inoltre, il 26,4% dell’occupazione nelle imprese è in settori a rischio automazione, quota che sale al 36,1% nell’artigianato.
Nel corso dell’estate Confartigianato è intervenuta sui temi chiave del lavoro, scarsità di personale e gli effetti dell’automazione.
Investimenti per le transizioni – Nel 2022 il 69,6% delle imprese ha investito nei vari ambiti della trasformazione digitale, quota in calo di 1,2 punti percentuali rispetto al 2021. Sempre nel 2022 il 23,5% delle imprese ha investito in prodotti e tecnologie a maggior risparmio energetico e/o minor impatto ambientale, quota in calo di 0,8 punti rispetto al 2021. Sul calo della propensione ad investire nel corso del 2022 hanno pesato le incertezza della guerra in Ucraina, la crisi energetica e la stretta monetaria.
Le tendenze territoriali del mercato del lavoro saranno delineate nel corso del webinar di lunedì prossimo, 2 ottobre 2023 alle 11.45, all’interno della presentazione 26° report dell’Ufficio Studi di Confartigianato ‘Prospettive dell’autunno 2023, tra incertezze e manovra di bilancio’. Qui per programma e info sul webinar.
Imprese manifatturiere con effetti negativi sull’attività dovuti a scarsità di manodopera
I trimestre 2000-II trimestre 2023. % frequenza di risposta delle imprese esportatrici – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat